
Secondo il Rapporto dell’Unesco negli ultimi quattordici anni sono 1200 i giornalisti uccisi semplicemente per aver fatto il loro lavoro: riportare le notizie e diffondere le informazioni al pubblico. E solo un caso su dieci ha portato ad una condanna. Di questa preoccupante condizione in cui si trovano ad operare i media nel mondo e più in generale della necessità di difendere sempre e ovunque la libertà di stampa, ne parlo nell’articolo che ho pubblicato sul numero di dicembre appena uscito di “Fiamma Cremisi” la Rivista dell’Associazione Nazionale Bersaglieri richiamando le dichiarazioni del Segretario Generale delle Nazioni Unite Antonio Guterres e del Direttore Generale dell’UNESCO Audrey Azoulay in coincidenza con la Giornata internazionale per porre fine all’impunità dei crimini contro i giornalisti.
Il Presidente della Federazione Nazionale della Stampa italiana, Giuseppe Giulietti davanti alla Commissione antimafia ha denunciato il pessimo clima che c’è anche in Italia per chi fa informazione dove assistiamo purtroppo ad una vera e propria escalation di intimidazioni, minacce, aggressioni verbali e fisiche ai danni dei cronisti che fanno giornalismo di inchiesta.
Nell’articolo ho raccolto anche le riflessioni di Giancarlo Cocco, giornalista e scrittore e del Prof. Gianpiero Gamaleri, Preside della Facoltà di Scienze della Comunicazione presso l’ Università Uninettuno di Roma, entrambi membri del Comitato Promotore della United Peacers Foundation e Responsabili del Dipartimento Giornalisti e Fotografi per un Nuovo Umanesimo e la Pace.
Cocco ha ricordato i tanti giornalisti uccisi mentre erano impegnati a rivelare scandali, verità nascoste, notizie sgradite ai potenti di turno, da Caruana Galizia fatta saltare in aria con una autobomba in un Paese Europeo come Malta o come Jamal Khashoggi, assassinato nel consolato dell’Arabia Saudita ad Istanbul o Anna Politkosvskaia uccisa a Mosca sotto casa nell’ottobre del 2006 per le sue cronache del conflitto in Cecenia e le sue denunce contro la corruzione o Ján Kuciak in Slovacchia.
Gamaleri ha raccontato la drammatica e commovente vicenda di Viktoria Marinova una giovane giornalista bulgara uccisa in modo brutale per aver reso pubblico dall’emittente televisiva dove lavorava, uno scandalo finanziario riguardante una presunta frode ad opera di alcuni politici e uomini d’affari.
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