Questa è una riflessione che intendo rivolgere a tutti i cittadini di ogni età, di ogni nazione, di ogni cultura e religione per segnalare una novità partendo da tre grandi emergenze globali.

1) Il forte avvertimento lanciato il giorno 8 ottobre 2018 sulla gravità dello stato del clima attraverso uno studio commissionato dall’Onu e alla cui stesura hanno partecipato esperti di tutto il mondo arriva a conclusioni veramente impressionanti: si afferma infatti che questo è l’ultimo campanello d’allarme prima che sia troppo tardi per cui devono essere immediatamente adottate “misure senza precedenti” e “trasformazioni rapide” per limitare il surriscaldamento a 1,5 gradi centigradi, diversamente saremo progressivamente colpiti da grandi catastrofi già a cominciare dai prossimi 12 anni. E’ preoccupante il fatto che dopo i primi giorni in cui la notizia è rimbalzata sui media tutto sembra procedere come al solito. Per 50 anni i richiami degli scienziati sono rimasti inascoltati ed ora che siamo sull’orlo del baratro non possiamo, per noi stessi, per i più giovani e per le prossime generazioni, non sentirci corresponsabili.

2) La continua, costosissima, folle corsa agli armamenti che ci dissangua e ci espone a enormi rischi favorendo guerre e migrazioni ci ricorda che al mondo si spendono (soldi nostri) circa 200 milioni di dollari all’ora, più di 4500 milioni al giorno per spese militari che all’anno ammontano a oltre 1700 miliardi di dollari mentre 1miliardo di persone sono malnutrite e 15 milioni all’anno muoiono di fame, in buona parte bambini, uno ogni 5 secondi! Ma per gli aiuti umanitari non si riesce a raggiungere la cifra di 20 miliardi di dollari all’anno che sarebbe necessaria per soddisfare i bisogni primari di circa 100 milioni di persone in stato di grave emergenza. Però continuiamo a costruire armi di distruzione di ogni genere sempre più sofisticate e devastanti e a mantenere circa 15000 testate nucleari di cui 1800 in stato di allerta elevato, che possono cioè essere lanciate all’istante. E’ una incredibile follia! Per noi, per i più giovani e per le prossime generazioni, non possiamo permettere che tutto questo continui!

3) L’iniqua distribuzione della ricchezza ci ricorda che il capitalismo finanziario, favorito da una globalizzazione senza regole e da una diffusa carenza di etica e di responsabilità sociale ci mette pesantemente le mani in tasca a vantaggio di poche elite favorendo gravi forme di ingiustizia e di malgoverno mentre la diffusa disoccupazione, il precariato e la mancanza di rispetto dei diritti dei lavoratori, umiliano i cittadini in molti paesi rendendo urgente la necessità di una più equa ripartizione della ricchezza sia a livello interno agli Stati che a livello internazionale. Nella popolazione mondiale, l’uno per cento più ricco possiede quanto il restante 99 per cento e si arricchisce sempre più: la situazione è palesemente insostenibile e rischia di generare gravi disordini sociali.

Per noi, per i più giovani e per le prossime generazioni non possiamo permettere che tutto questo continui! Di conseguenza dobbiamo agire senza attendere oltre, senza fermarci alle lamentele, ma unirci attorno ad una forte richiesta di intervento da presentare, tutti assieme, agli organismi istituzionali nazionali e internazionali, attraverso una nuova Community che ci rappresenti tutti quali cittadini del mondo.

È indispensabile possedere al giorno d’oggi una visione globale da astronauti del pianeta terra. Gli astronauti ci confermano che quando sono in orbita non vedono i confini degli Stati nazionali ma la Terra appare come un tutt’uno, come una grande navicella spaziale che dovrebbe essere vissuta come tale, cioè come una grande “isola condominio” dove l’interesse di ogni singolo condomino non deve contrastare con l’interesse generale. Siamo noi quali cittadini e con le nostre associazioni che dobbiamo assumere il ruolo di statisti e sentirci investiti di una responsabilità non delegabile allo Stato, poiché ciascun Stato non è in grado di affrontare i problemi che riguardano l’umanità nel suo insieme; sono i cittadini, i popoli attraverso i loro movimenti, le loro associazioni a poter sviluppare contatti e collaborazioni a livello internazionale mondiale e a poter spingere gli Stati e le istituzioni internazionali a collaborare costruttivamente fra di loro per affrontare seriamente le grandi tematiche d’interesse generale globale che non possono più aspettare.

Solo un nostro coordinamento, una nostra azione congiunta tra cittadini operatori di pace e movimenti di utilità sociale può determinare i necessari cambiamenti. Tutti assieme possiamo creare un’onda d’urto, un boato di pace che non può restare inascoltato, possiamo richiedere con forza un intervento coordinato tra Stati, Istituzioni internazionali e Società Civile favorendo così la soluzione di quei problemi che nessun Stato, nessun ente o associazione può risolvere da solo. Si può, ad esempio, chiedere e far sì che nascano istituzioni sovranazionali democratiche che, nell’interesse dell’uomo cittadino del mondo, siano in grado di stabilire delle regole e di farle rispettare in modo che almeno le emergenze planetarie possano essere affrontate con successo nell’interesse di tutti.

La bella notizia è che, dopo tanto lavoro di preparazione, sta nascendo e diventando operativa in forma apartitica aconfessionale e senza finalità di lucro, una nuova community che ci può rappresentare tutti, una casa comune di coloro che desiderano essere operatori di pace e che prende il nome di: UNITED PEACERS – THE WORLD COMMUNITY FOR A NEW HUMANISM. www.unitedpeacers.org L’adesione è gratuita e non vincolante.

Alla domanda finora rimasta senza risposta che si è sempre posto il normale cittadino, spesso con rassegnazione, cioè:Ma che cosa posso fare io concretamente? La risposta ora è : “Posso entrare anch’io in “UNITED PEACERS” nella nuova community e, con gli operatori di pace di tutto il mondo, garantire dignità e pace a me stesso, ai più giovani e alle prossime generazioni! Tutti assieme possiamo farcela!