Editoriale pubblicato su Il Giornale di Vicenza novembre 2018

Per celebrare la Giornata mondiale della scienza per la pace e lo sviluppo del 10 novembre l’Unesco sottolinea l’importante ruolo della scienza nella società e la necessità di coinvolgere la pubblica opinione nei dibattiti sulle questioni scientifiche emergenti per garantire che i cittadini siano sempre più informati sugli sviluppi delle applicazioni tecnologiche. Il tema di quest’anno è ” Scienza, un diritto umano “, in occasione del 70 ° anniversario della Dichiarazione universale, ricordando che tutti hanno il diritto di partecipare e beneficiare delle scoperte e delle innovazioni.  Per questo l’Unesco invita i governi, pe imprese, la società civile e gli scienziati ad abbracciare appieno i valori della scienza responsabile ed etica. La straordinaria evoluzione della ricerca scientifica sta offrendo formidabili possibilità di applicazione in tutti i campi. Come sempre avvenuto nella storia dell’umanità, le nuove tecnologiche e le scoperte scientifiche possono essere gestite e utilizzate per il bene dell’umanità tutta, per il progresso socio economico e culturale oppure diventare strumento di oppressione, di ricatto, di sfruttamento di pochi nei confronti delle popolazioni. Ancor più grave è il rischio che l’umanità venga condizionata dalle nuove straordinarie applicazioni che naturalmente non sono dotate di “responsabilità sociale”: dalla manipolazione genetica, all’intelligenza artificiale finoall’utilizzo delle nanotecnologie. Si tratta di applicazioni super-tecnologiche di straordinaria utilità che se usate a fini benefici possono determinare grandi passi in avanti nella risoluzione di molti problemi, ma che possono essere altrettanto pericolose e nocive se gestite senza rispetto dei principi etici e dei diritti fondamentali. Pericolose al punto tale che si potrebbe controllare e condizionare in modo inaccettabile la vita dei cittadini contro ogni principio di libertà e di democrazia. Per di più, tutte queste straordinarie evoluzioni tecnologiche stanno avvenendo in una società come la nostra profondamente conflittuale, divisa, parcellizzata sia fisicamente sia culturalmente e dominata da grandi strutture economico finanziarie che grazie ad una globalizzazione senza regole sono in grado di influenzare e condizionare tutto e tutti a vantaggio esclusivo delle élite. Queste ricerche, queste applicazioni, per essere una risorsa per tutti devono essere controllate da istituzioni gestite secondo i principi della democrazia cosmopolita e non lasciate in gestione a gruppi di potere politico-finanziario e a tecnici militari e/o civili legati esclusivamente a valori economici e a visioni ristrette, settoriali o di parte. Che cosa possiamo fare allora per evitare queste pericolose derive ? Particolarmente utili in materia sono i dati e le indicazioni generali che proprio l’Unesco ha pubblicato con il suo “Osservatorio mondiale di etica” (Global Ethics Observatory) che è un sistema di database a copertura mondiale sulla bioetica e gli altri settori etici applicati alle scienze e alle tecnologie. Ma non basta considerando i rischi e i valori in gioco ! È indispensabile allora che si varino delle regole a valenza internazionale che fissino, attraverso un organismo democratico di controllo, i termini di rispetto dei “Principi di precauzione e prevenzione” per far sì che in nessun posto al mondo si possano realizzare sperimentazioni e applicazioni pericolose, contrarie all’etica, contrarie alla sicurezza e agli interessi dell’uomo.