In questo articolo che ho pubblicato sul numero di settembre/ottobre di “Fiamma Cremisi” la Rivista dell’Associazione Nazionale Bersaglieri, affronto il tema della dispersione delle risorse alimentari. Da qui si apre una nuova sfida per tentare di ridurre la perdita di cibo a livello globale: e proprio per sensibilizzare le opinioni pubbliche e i governanti quest’anno le Nazioni Unite hanno indetto per la prima volta la Giornata internazionale della consapevolezza della perdita e dello spreco alimentare. Una ricorrenza che arriva durante la pandemia COVID-19, che ha portato a un risveglio globale sulla necessità di trasformare e riequilibrare il modo in cui il nostro cibo viene prodotto e consumato. I dati diffusi dall’ONU sono veramente allarmanti: le perdite e gli sprechi di cibo ammontano a circa 1,5 miliardi di tonnellate l’anno, pari a circa un terzo della produzione alimentare mondiale (stime FAO). La domanda drammatica che ci dobbiamo porre è: saranno sufficienti le risorse alimentari disponibili per una popolazione del pianeta che nel 2050 supererà i 9 miliardi ? Oggi un miliardo di esseri umani soffre la fame e 750 milioni di persone vivono in condizioni di povertà estrema. E allora è necessario ricordare che, come affermava con straordinaria lungimiranza il Mahatma Gandhi “La terra ha risorse per i bisogni di tutti, ma non per l’avidità di tutti”

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