Oltre 40 milioni di persone oggi sono vittime di forme moderne di schiavitù, più del doppio di quelle coinvolte nel commercio transatlantico di schiavi dei secoli scorsi, 190 milioni di persone sono disoccupate, 300 milioni sono sottoccupate e circa due miliardi non hanno una adeguata protezione sociale. Questi sono i numeri impietosi sull’attuale condizione del lavoro nel mondo pubblicati dall’ILO l’Organizzazione Internazionale del lavoro delle Nazioni Unite in occasione delle celebrazioni della Giornata Mondiale della Giustizia sociale.
In questo articolo che ho pubblicato sul numero di gennaio/febbraio di “Fiamma Cremisi” la Rivista dell’Associazione Nazionale Bersaglieri, racconto come già vent’anni fa le Nazioni Unite avevano lanciato l’allarme, purtroppo inascoltato, sui rischi di una globalizzazione senza regole che stava rendendo l’economia del pianeta più instabile, dove i paesi erano diventati più vulnerabili agli shocks finanziari e il divario tra i più ricchi e i più poveri si era ampliato in modo esponenziale.
Oggi come dimostrano i dati che ho indicato, la situazione è drammaticamente peggiorata. Che cosa si può fare ? Bisogna partire dal basso per stimolare i governi e le grandi organizzazioni internazionali, mettendo insieme e coinvolgendo sempre di più gli operatori di pace, come previsto dal Progetto United Peacers http://www.unitedpeacers.it/ Tutte quelle persone singole, quelle associazioni, enti ed organismi, che operano in ogni parte del mondo per la pace e la civile convivenza, potranno così finalmente incidere concretamente nelle decisioni che riguardano la difesa dei diritti fondamentali, lo sviluppo sostenibile, l’equa distribuzione della ricchezza, la fine delle guerre e trovare soluzioni efficaci ai grandi problemi globali.
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