
I venti di guerra soffiano minacciosi sull’Europa. Il conflitto in atto tra la Russia e l’Ucraina prefigura scenari che pensavamo ormai relegati per sempre negli archivi della storia del ‘900. In questi momenti così drammatici servirebbe la lungimiranza e il pragmatismo di una delle figure più rappresentative della diplomazia italiana: l’Ambasciatore Francesco Paolo Fulci scomparso il 21 gennaio all’età di 90 anni. Delle sue straordinarie capacità culturali e operative sono stato testimone diretto avendo collaborato intensamente con Lui e con il suo staff. Le sue qualità lo hanno reso celebre e apprezzato a livello internazionale quando dal 1993 al 1999 ha svolto il delicatissimo ruolo di Rappresentante Permanente dell’Italia all’ONU.
Nell’articolo che ho pubblicato sul numero di febbraio di Fiamma Cremisi, la rivista dell’Associazione Nazionale Bersaglieri ho voluto ricordare la straordinaria esperienza di questo grande servitore dello Stato che in quegli anni ha saputo rivalutare e rilanciare l’Italia agli occhi del mondo, anche attraverso i racconti dei suoi collaboratori alle Nazioni Unite.
Collegandosi al link si può leggere l’articolo integrale