
In occasione delle celebrazioni della Giornata internazionale delle banche le Nazioni Unite riconoscono la funzione degli istituti di credito internazionali nel finanziamento dello sviluppo sostenibile. Ma raggiungere questo ambizioso obiettivo, in particolare l’eliminazione della povertà, la riduzione delle disuguaglianze e la lotta ai cambiamenti climatici, richiede una prospettiva a lungo termine, con i governi, il settore privato e la società civile che devono lavorare insieme per affrontare le sfide globali. E’ necessario quindi uno sforzo a tutti i livelli per garantire un’azione collettiva rafforzata che possa aiutare a ridurre l’incertezza sul futuro che stiamo vivendo, anche a causa della pandemia. Per questo è fondamentale concentrarsi sull’innovazione e sull’etica finanziaria attraverso i piani introdotti dall’Agenda 2030 e dall’Agenda d’Azione di Addis Abeba che ha previsto una serie di misure volte a generare investimenti per affrontare concretamente le grandi emergenze economiche, sociali e ambientali. Perchè, come sostiene con forza il Segretario Generale delle Nazioni Unite Antonio Guterres: “La globalizzazione e il cambiamento tecnologico hanno contribuito a ridurre la povertà estrema a livello globale, ma la distribuzione ineguale dei benefici ha lasciato molti indietro.” Nell’articolo che ho pubblicato sul numero di dicembre di Fiamma Cremisi, la rivista dell’Associazione Nazionale Bersaglieri affronto anche il tema della responsabilità sociale delle banche e del nuovo modello finanziario proposto dalle banche etiche.
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