
Uno dei problemi più importanti da affrontare è certamente quello del cibo per tutti; oggi, secondo gli ultimi dati pubblicati dalle Nazioni Unite, se ne produce come mai prima, ma ancora un miliardo di esseri umani soffre la fame, mentre due miliardi sono in sovrappeso. Le perdite e gli sprechi di cibo ammontano a circa 1,5 miliardi di tonnellate l’anno, pari a circa un terzo della produzione alimentare mondiale mentre contemporaneamente per aumentare la produzione di cibo su larga scala, si è sviluppata un’agricoltura intensiva, meccanizzata e fortemente inquinante, che compromette la fertilità dei suoli, la disponibilità delle risorse idriche e nel complesso è responsabile di oltre un terzo delle emissioni globali di gas serra. Molti ecosistemi sono esposti al rischio di un progressivo deterioramento per cui è necessario rendere sostenibili i sistemi produttivi rinnovando o aggiornando le tecniche di produzione agricola alla luce delle indicazioni scientifiche e delle migliori esperienze applicative. In questo articolo che ho pubblicato sul numero di dicembre de “Le Fiamme d’Argento”, la Rivista dell’Associazione Nazionale Carabinieri, ho chiesto un parere qualificato al Prof. Giovanni Vecchi, medico veterinario, esperto di sanità e benessere animale, già Responsabile del Centro di Saggio Europa (CDSEU) e del Centro di Ricerca sul Cancro Cesare Maltoni (CRCCM), presso l’Istituto Ramazzini nonché Membro del Dipartimento Scienza Ambiente e Salute del Comitato Promotore della United Peacers Foundation.
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