“Il pericolo corre sul web”. In questo articolo che ho pubblicato sul numero di marzo/aprile di “Fiamma Cremisi”, la Rivista dell’Associazione Nazionale Bersaglieri, affronto il grave problema delle molestie digitali. Secondo gli ultimi rapporti pubblicati dalle Nazioni Unite i casi di violenza online e cyberbullismo sono in aumento nel mondo e riguardano soprattutto i giovani. In Italia a distanza di quasi due anni dall’entrata in vigore della legge sul contrasto del cyberbullismo, approvata dal Parlamento il 17 maggio 2017, l’Unicef auspica una piena attuazione delle nuove norme soprattutto in materia di prevenzione. Gli atti di bullismo in rete possono causare profonde ferite perché raggiungono rapidamente un’audience molto estesa e rimangono accessibili online a tempo indeterminato, perseguitando virtualmente le vittime per tutta la vita. Secondo gli studi più recenti, le vittime di cyberbullismo hanno maggiori probabilità di entrare nel consumo di alcool e droghe e di cadere nell’abbandono scolastico rispetto agli altri studenti. Sono già trascorsi 30 anni dall’adozione della Convenzione sui diritti dell’Infanzia e dell’Adolescenza e dalla creazione del World Wide Web: è arrivato il momento di mettere i bambini e i giovani al centro delle politiche digitali. La preoccupazione nelle famiglie è notevole! Nell’articolo indico quali potrebbero essere le risposte più efficaci per tutelare e proteggere gli utenti della rete.
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