Articolo pubblicato su Il Giornale di Vicenza Gennaio 2018
Negli ultimi mesi si è aperto nel mondo economico e finanziario un dibattito accesissimo sui bitcoin, criptovaluta elettronica il cui valore nel 2017 è aumentato di oltre il 1000%. L’ascesa del fenomeno, rilanciato dai media, ha portato con sé forti polemiche sul loro utilizzo. Cerchiamo allora di fare un po’ di chiarezza: si tratta di una moneta paritaria, decentralizzata e digitale la cui implementazione si basa sui principi della crittografia per convalidare le transazioni. E’ stata creata nel 2009 da un anonimo inventore, noto con lo pseudonimo di Satoshi Nakamoto, che sviluppò un’idea da lui stesso presentata su Internet a fine 2008. Ma non c’è solo il bitcoin. Sono ormai molte le cripto monete sul mercato: bitcoin cash, litecoin, ethereum, ripple, iota, dash. Il bitcoin, così come le altre cripto monete, non sono gestite da un ente centrale, il loro possesso e trasferimento è anonimo e avviene attraverso Internet con struttura “peer to peer”, il che rende impossibile a chiunque, anche alle autorità istituzionali, il blocco dei trasferimenti, il sequestro, la manipolazione del valore e la svalutazione creando nuova moneta. Certo è che le cripto valute stanno aprendo nuovi scenari a livello economico finanziario, si tratta infatti di denaro senza stato e senza banche che si moltiplica in un vortice che potrebbe segnare un nuovo capitolo nel mondo finanziario e socio politico perché il sistema criptato basato sui cosiddetti “block chain” sembra applicabile ad ogni forma di transazione perfino in campo notarile, garantendo sicurezza e tracciabilità permanente, scavalcando ogni confine statale e ogni limitazione burocratico-amministrativa. C’è chi intravede in questo la possibilità di un avvio di democrazia sovranazionale favorito, se non imposto, dall’evoluzione di tecnologie che per ora servono solo a realizzare le cripto monete ma che possono avere ben più ampi utilizzi. E in questa direzione si stanno indirizzando nuove forme applicative che vanno al di là della transazione monetaria come previsto per la piattaforma “Ethereum”. Se non manipolate e se poste sotto il controllo di un organismo sovranazionale democratico mondiale potrebbero rappresentare una importante via d’uscita per il superamento del primato degli Stati nazionali e dei potentati economico finanziari transnazionali dominanti. A questo punto l’interrogativo che tutti si pongono è: saranno queste le monete e i sistemi di transazione del futuro oppure siamo di fronte ad una nuova gigantesca “bolla speculativa” simile alla cosiddetta “bolla dei tulipani” che nel 1635 provocò la prima grande crisi finanziaria moderna ? Ma in campo monetario abbiamo assistito negli ultimi anni anche ad altre importanti innovazioni, che rispetto alle criptovalute hanno certamente margini di rischio molto limitati: sono le cosiddette monete complementari che ormai si contano a migliaia in tutto il mondo. La maggior parte di esse si basa sulla concessione di crediti reciproci che non generano interessi, come quelli in moneta ufficiale, sono utilizzate all’interno di un gruppo, di una rete e accettate su base volontaria, servono a facilitare e favorire lo scambio di merci, la circolazione di beni e servizi solo all’interno di quella rete. Ne cito alcune: Wir diffusa da molti decenni in Svizzera ne usufruiscono circa 60.000 imprese che vogliono fronteggiare le crisi di liquidità e agevolare gli scambi tra di loro, Sardex usata con crescente successo in questi anni in Sardegna alla quale hanno aderito oltre 4000 piccole medie aziende che si sostengono e aiutano anche quando le banche non fanno loro credito, Lets (Local Exchange Trading System), nato negli anni ’70 e diffusa in Gran Bretagna e Australia. Alcune monete complementari si basano sul tempo (attribuendo un valore alle ore di lavoro dei partecipanti al circuito), come le Ithaca Hours negli Stati Uniti, mentre in Belgio circa 5.000 commercianti accettano pagamenti in Res, utilizzata da oltre 100.000 consumatori attraverso un’apposita card simile alle carte prepagate ricaricabili.